Concorso per la progettazione del centro sportivo polifunzionale con Palestra - Auditorium - Spazi pubblici
2002, Bussero (MI)
gruppo progettazione:

Sandro Beltrami (capogruppo), Marco Barzaghi, Carla Zovetti, Germana Silvia De Nadal

collaboratori:

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DALLA RELAZIONE ILLUSTRATIVA
INTRODUZIONE
Il bando di concorso fa riferimento alla progettazione di una serie di edifici ed alla sistemazione delle circostanti aree di pertinenza. Proprio quest'ultima richiesta costituisce la spia di una necessità diffusa in tutte le realtà urbanizzate dell'Europa industrializzata: l'esigenza di ripensare gli spazi aperti, lo spazio che sta "tra le cose" che è divenuto "vuoto" in quanto privo di un proprio ruolo riconoscibile. La presente proposta progettuale si muove in questa direzione, interpretando la richiesta del bando non come l'occasione di progettare per addizione un nuovo sistema urbano derivato da quello esistente, bensì come opportunità di proporre una nuova urbanità basata su una concezione dello "spazio aperto" nuova rispetto a quelle diffuse in passato che hanno lasciato traccia, seppur a scala ridotta, anche nel territorio di Bussero. Nel nucleo storico dell'edificato il rapporto tra edifici e spazio aperto, tra pieni e vuoti, è basato sulle proporzioni e sulle qualità percettive degli uni rispetto agli altri e si esprime in un predominio quantitativo dei pieni sui vuoti, da cui risulta un nucleo compatto e raccolto percorso dalla trama degli spazi pubblici. La parte di edificato sviluppatasi nel secondo dopoguerra ed in particolar modo quella adiacente all'area di progetto, vede invece un ribaltamento della situazione con la prevalenza degli spazi aperti dei quali però è diminuita la qualità: l'abitato si presenta come sommatoria di edifici sorti su uno spazio vuoto diventato ostile e privo di un ruolo riconoscibile, se non quello di distanziare un edificio da un altro come prescrivono i vari regolamenti. Oggi superato il dibattito sull'intervento ed il recupero nei centri storici e la fase di intensa espansione delle città del secondo dopoguerra, il dibattito culturale e l'attenzione dei soggetti sociali vertono su temi quali la riqualificazione delle periferie, le aree circostanti i grandi nodi di interscambio, i grandi parcheggi, le aree intercluse nella campagna urbanizzata ecc., "temi che attendono ancora risposte convincenti, [.....] in grado di rimodellare le connessioni contestuali, di fornire tramiti anziché cesure con l'identità del circostante" (1), temi per i quali è necessario un approccio metodologico coerente/nuovo, basato su una differente concezione dello spazio aperto. Tale approccio si fonda su una forte ibridazione tra la sfera del naturale e quella dell'artificiale (v. tav.1 _ Sequenza fotografica), sulla nuova relazione tra natura ed architettura, esplorando la condizione di indeterminazione reciproca tra i due termini. Architettura e paesaggio, edificio e spazio aperto sono concepiti come un'unica entità piuttosto che come giustapposizione di elementi separati. Lo spazio aperto, il vuoto, da elemento passivo quale era stato ridotto, ridiventa così compartecipe della costruzione degli spazi e dell'estetica della città diffusa contemporanea. Il paesaggio viene ora modellato artificialmente, analogamente a quanto viene da sempre compiuto dai macroscopici eventi naturali. E la duttilità che esso offre di fronte all'energia degli eventi fisici spontanei viene conservata anche quando attore delle TRASFORMAZIONI è l'uomo. Il paesaggio si sveste del ruolo passivo e meramente scenografico cui è stato relegato da sempre: ora è oggetto da sollevare, tagliare, increspare, così come un foglio di carta che una volta ridisteso poco conserva dell'integrità originaria, ma tanto acquista in forme, ombre e rilievi. Il progetto trasforma, è vero, il paesaggio, ma diventa poi, un tutt'uno con esso, immedesimandosi, SEDIMENTANDO in esso, proprio come uno strato superficiale del terreno che si assesta nella nuova configurazione assunta.
IL LUOGO ED I DINTORNI
La presente proposta, se da un lato si muove dunque in un ambito culturale innovativo, risulta dall'altro però profondamente radicata al contesto con cui si relaziona l'area di progetto. Dalla lettura dei luoghi effettuata si può affermare che l'area oggetto del concorso si trova in una posizione di spartiacque tra due aree molto differenti tra loro (v. tav.1 - Destinazioni funzionali e relazioni con il contesto): un'area urbanizzata ad ovest ed un'area ancora agricola ad est. La prima, caratterizzata da stecche di edifici fuori scala rispetto al contesto circostante, è organizzata su viale Europa, asse viario di notevole importanza che funge da collante tra zone tra loro disomogenee quali il nucleo storico, l'area urbanizzata nel secondo dopoguerra ed il polo sorto attorno alla fermata della metropolitana. La seconda è invece un'area agricola nella quale è possibile registrare la permanenza della maglia poderale (v. tavola 1 - Diffusione urbana e lettura della trama agraria) e di elementi quali i corsi d'acqua irrigui, un'area caratterizzata dunque da una forte orizzontalità e da spazi aperti più ampi e connotati.
IL PROGETTO
A fronte di un'area di progetto siffatta, la presente proposta mira a porsi quale elemento di mediazione tra due realtà così diverse considerando le peculiarità di entrambe e favorendone le connessioni per un migliore inserimento nella realtà urbana di Bussero, nel pieno rispetto delle richieste espresse dal bando. A tal fine il progetto individua una serie di percorsi sempre diversi per tipo e per caratteristiche a seconda del ruolo di ciascuno. Il primo percorso individuato ha andamento est-ovest coincidente con il tracciato di Via Carabinieri Caduti e si formalizza in una pista ciclo-pedonale che, partendo dall'auditorium, sale in quota fino a scavalcare la Via Strada per Cascina Gogna (v. tav. 2 -schemi E e G), così da facilitare il collegamento con le piste ciclabili previste dal P.R.G. e con l'area del Parco della Molgora da un lato, e con la pista ciclo-pedonale di viale Europa dall'altro. Un secondo percorso dalle caratteristiche più urbane è quello previsto lungo Via Dalla Chiesa (v. tav. 2 - schema D), ai cui estremi si trovano l'auditorium da un lato e piazza Marie Curie dall'altro: questo connette tra loro elementi esistenti quali la piccola zona giochi, la piazza suddetta ed il campo da calcio, con le nuove funzioni inserite dal progetto quali gli spazi per la ristorazione e quelli per le attività culturali. Tale percorso è esplicitato da un filare di pioppi cipressini. Da ultimo il progetto individua un percorso ciclo-pedonale che attraversa diagonalmente il lotto dall'incrocio via C. Caduti/via Strada per Cascina Gogna sino a via Dalla Chiesa percorrendo il tetto inclinato della palestra (v. tav.2 - schema F). L'auditorium volge i suoi ingressi verso l'area urbana attestandosi su Via C. Caduti angolo Via Dalla Chiesa (v. tav. 2- schema A), facilmente raggiungibile anche con le automobili da Viale Europa da un lato e da Via Pertini dall'altro. A questo proposito viene collocato un parcheggio (v. tav. 2 - schema C) lungo Via C. Caduti. Gli edifici legati alla ristorazione ed alle attività culturali, per i quali non è prevista una grande affluenza di utenti in periodi di tempo concentrati, sono situati lungo Via Dalla Chiesa. La collocazione della palestra dipende invece dalla presenza del campo di calcio esistente, per il quale sono state previste una tribuna e nuovi spogliatoi situati nella palestra ma direttamente accessibili dal campo. Anche per quanto attiene la qualità degli spazi aperti e la morfologia dell'intervento, il progetto si propone dialetticamente nel contesto: verso l'area urbana sono collocati gli edifici veri e propri, tra i quali spicca per ruolo, per dimensioni e per qualità formali l'auditorium, vero e proprio epicentro dell'intervento; qui il progetto prevede spazi aperti delimitati da edifici e di ridotte dimensioni. Spostandosi verso est si prevede invece una progressiva riduzione delle caratteristiche spaziali urbane ed un aumento progressivo dell'importanza degli spazi aperti e del paesaggio agricolo. Tale assunto si manifesta nella palestra che si presenta come un edificio parzialmente contenuto nel suolo secondo una nuova configurazione topografica: ad ovest su via Dalla Chiesa presenta l'ingresso e l'unica facciata tradizionale, ad est invece si fonde con l'andamento del suolo decrescendo sino al limitare della zona agricola. L'edificio della palestra, contrariamente al solito non si caratterizza da una configurazione invadente a livello paesistico, ma al contrario partecipa alla costruzione del paesaggio, diviene paesaggio esso stesso. Gli spazi aperti sul lato Ovest dell'area progressivamente perdono il loro carattere urbano: la lunga tettoia che racchiude gli spazi di socializzazione situati lungo via Dalla Chiesa costituisce l'elemento di mediazione tra questi ed ambiti spaziali sempre più aperti verso l'orizzonte: in sequenza la piazza ribassata prima, le gradinate del teatro all'aperto poi, il parco vero e proprio da ultimo. Anche i materiali impiegati denotano questa trasformazione: alle pavimentazioni in pietra della piazza ribassata si sostituiscono il manto erboso e le piantumazioni del teatro all'aperto e del tetto della palestra. In conclusione un intervento che non propone figure isolate o "monumenti urbani", ma si propone come "costruzione del vuoto", dove il progetto di architettura è allo stesso tempo architettura e paesaggio. Nelle tavole 3 e 4 è rappresentata più nel dettaglio una pianta complessiva a quota +/- 0.00 di tutta l'area dell'intervento. Su di essa sono state collocate tutte le altre piante relative agli edifici auditorium e palestra. Le sezioni e i prospetti situati in alto e a lato si riferiscono a tutto il lotto di progetto. Nell'Allegato in coda alla presente si propongono alcuni elementi di arredo urbano, consistenti in panchine, corpi illuminanti, griglie per alberi, dissuasori, cestini portacarte e porta-biciclette.
GLI EDIFICI
L'auditorium si presenta come l'edificio di maggior spicco di tutto l'intervento: alto 10 m sul lato strada, è caratterizzato da una tettoia assai sporgente a protezione della zona di ingresso (una costante che accomuna tutti gli edifici progettati), con copertura ventilata in zinco-titanio e pareti realizzate in calcestruzzo a vista nelle quali si aprono poche aperture vetrate collocate in posti significativi quali gli uffici, il foyer e il retropalco. All'ingresso trova posto l'area di servizio con servizi igienici, guardaroba, biglietteria, una zona destinata ad uffici ed un corpo scale di servizio dotato di ascensore. L'auditorium e tutti gli altri spazi interni ed esterni di cui si costituisce il progetto, garantiscono accessibilità completa ai portatori di handicap. Nel caso specifico l'auditorium presenta tutti gli ambienti del piano terra alla medesima quota dell'ingresso (+ 0.60), compreso l'accesso alla sala stessa, nella quale saranno riservati posti destinati alle sedie a ruote. L'ascensore di cui sopra consente poi di raggiungere sia la galleria situata a quota + 5.40 sia i camerini al piano inferiore (- 3.15). Lo spazio del foyer è progettato di ampie dimensioni sia per contenere le persone della sala durante le pause delle rappresentazioni, sia per poter funzionare autonomamente, ad auditorium chiuso, come spazio-mostre (v. tav. 2 - schema I). L'interno della sala vera e propria è organizzato su due livelli: dalla quota di ingresso (+ 0.60) si accede sia alla platea che degrada sino alla quota del palco (- 3.15), sia alla galleria sovrastante. La parete di fondo della zona palco è costituita da una vetrata oscurabile, oltre la quale si trova il palco all'aperto coperto da una tettoia. Infatti l'area retrostante tale palco è stata modellata a gradoni per costituire una sorta di anfiteatro all'aperto in grado di ospitare eventi e/o rappresentazioni en plen air. Al piano inferiore dell'auditorium (- 3.15) si trovano i depositi dei materiali e i camerini collegati al retro-palco. Una scala esterna ma coperta collega il palco esterno con lo spazio-mostre, consentendovi l'organizzazione di eventi e di mostre articolate sino alla piazza ribassata. La piazza ribassata costituisce lo spazio collettivo intorno al quale gravitano gli edifici del progetto (v. tav. 2 - schema H). E' raggiungibile da due rampe, una carraia ed una pedonale, che abbracciano l'auditorium, e da una scala di grandi dimensioni (dotata di piattaforma-servoscala) orientata verso l'altro luogo collettivo per eccellenza costituito da piazza Marie Curie. Dalla piazza ribassata si accede inoltre alla ludoteca, alla palestra ed al parcheggio situato su un piano inclinato lungo via C. Caduti. La palestra è organizzata internamente attorno al campo da gioco, situato a quota + 4.35, con accesso dalla piazza ribassata posto alla medesima quota. Il campo è dimensionato in modo tale da ottenere l'omologazione per lo svolgimento di partite di pallacanestro, pallavolo, calcetto e per la ginnastica. Lungo i lati maggiori trovano posto, a nord la tribuna con capienza superiore a 200 posti, a sud gli spogliatoi per gli atleti. Questi ultimi sono situati su due piani: al piano superiore (quota + 0.40) quelli in uso al campo da calcio, al piano inferiore (quota - 4.35) quelli in uso alla palestra. L'ingresso a quota - 4.35 complanare al campo da gioco, agli spogliatoi, e ai servizi igienici consente la massima accessibilità e fruibilità ai disabili. E' possibile inoltre accedere alle tribune (v. tav. 2 - schema L) (situate a quota - 0.75) anche dall'ingresso posto su via Dalla Chiesa. Per quanto riguarda gli ambienti minori, gli spazi destinati ad attività culturali e di ristorazione sono situati verso via Dalla Chiesa, collegati con una copertura continua che garantisce loro ampi spazi aperti al riparo dalle intemperie. In particolare i primi presentano una hall di ingresso totalmente vetrata aperta verso la piazza ribassata utilizzabile come spazio per riunioni di particolare interesse pubblico. Da qui si raggiungono da un lato i servizi igienici (compreso quello per disabili) e gli ambienti di servizio, dall'altro le restanti sale disposte in sequenza lineare. Queste ultime sono divise le une dalle altre da pareti scorrevoli che garantiscono loro la possibilità di ampliamento. Il bar e gli spazi per la ristorazione sono accessibili dalla zona antistante l'ingresso dell'auditorium (v. tav. 2 - schema B): da un primo ambiente destinato a bar - gelateria si accede alla sala preposta alla ristorazione. Entrambi gli ambienti sono dotati di spazi aperti per la collocazione dei tavolini. L'ambiente della ludoteca e della banca del tempo per famiglie e localizzato a quota - 4.35, aperto verso la piazza ribassata, così da eliminare il rumore e i pericoli legati al traffico veicolare. Di tali vani che non hanno travato spazio sulle tavole 3 e 4 si allega in coda alla presente relazione (v. Allegato 1) la pianta in scala 1:200.

(1) V. Gregotti in "Gli spazi aperti urbani: fenomenologia di un problema progettuale" Casabella 597-98
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