Concorso in due fasi per la realizzazione della nuova sede della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Monza e Brianza.
2010, Monza (MB)
gruppo progettazione:

BELTRAMI STUDIO (mandatario) + PROGETTOTRE S.A. (mandante)

collaboratori:

Paolo Bartoletti, Simone Perrone

DALLA RELAZIONE DI PROGETTO
Territorio e paesaggio
La nuova sede della Camera di Commercio di Monza e Brianza dovrà rappresentare il suo territorio con i propri caratteri geografico-paesaggistici e culturali.Collocata nella zona centrale della città di Monza, appena al di fuori della città storica, essa mette in relazione il paesaggio delle valli montane con l'estesa apertura della pianura. Il fiume Lambro e la sua valle che sono le matrici storiche e che hanno dato origine allo sviluppo di questo territorio, scendono dalle montagne con un orientamento prevalentemente Nord-Sud con linee forti e topograficamente determinate.Oltre il sistema morenico, verso Sud, si apre il piano delimitato da potenti segni infrastrutturali (ferrovia, autostrada, antichi tracciati) che corrono lungo le direzioni Est-Ovest e separano dai territori di Sesto San Giovanni e Milano, mentre verso Nord una geografia costruita da una maglia fitta di reticoli urbani e agrari anticipa i rilievi prealpini.La demarcazione a Sud dell’asse autostradale così come le grandi direttrici verso Nord, S.P. n° 36 (Valassina), S.P. n° 7, S.P. n° 342, si sono trasformate in nuovi sistemi di espansione lineare di grandi insediamenti industriali, logistici e distributivi.La nuova sede, pertanto, risente, per la sua collocazione, sia della collana dei nuovi sistemi infrastrutturali, che corrono lungo la direzione della pianura Padana diventando un fuoco attrattivo potentissimo (parte della città lineare lombarda), sia del sistema paesaggistico della valle del Lambro; essa si ispira, pertanto, ad una commistione tra manufatti artificiali (infrastrutture) che attraversano trasversalmente le linee dei fiumi e dei torrenti secondo direttrici Est-Ovest ed, in direzione perpendicolare, i fenomeni di antropizzazione del paesaggio alpino orientati, nel corso della storia, da Nord verso Sud.Questo territorio, come diceva Carlo Cattaneo, è divenuto un immenso “deposito delle fatiche umane” che ne hanno disegnato ed articolato la forma e gli intrecci.Paesaggio quindi, non inteso nel significato di "sfondo al progetto", ma quale principio che orienta l'interpretazione della sua architettura, formale e sostanziale: flussi, materia, energia, verde, acque.
Dimensione
Se è necessario pensare la funzione della nuova sede della Camera di Commercio alla scala urbana, come esigenza della città consolidata, sembra altrettanto significativo, considerato il suo valore di istituzione civica, ampliare lo sguardo, estendendo il concetto di contesto a tutto il territorio monzese-brianteo. In tal modo diventa possibile dialogare, per scala, per materia e per morfologia con i caratteri storici e morfologici delle valli e dei corsi d'acqua, che hanno rappresentato nella storia la prima fonte di energia economica e culturale del territorio.Il ruolo dell'istituzione si identifica oggi sia con le comunità collinari, sia con le comunità di pianura, che con le comunità cittadine che, insieme e/o separatamente, in questo momento storico stanno rivoluzionando il proprio ruolo economico e produttivo.In questo processo storico-geografico si colloca il ruolo della nuova istituzione, un luogo (broletto e/o piazza) che accoglie e orienta le recenti trasformazioni entro le nuove prospettive che le diverse comunità stanno già costruendo per il proprio futuro.Il carattere della nuova sede, dovendo riflettere le proprietà del territorio, è una sorta di architettura ibrida capace di rappresentare il paesaggio collinare (solidità, compattezza, densità rocciosa ed energia delle acque, .....) e, allo stesso tempo, il paesaggio della pianura (apertura, luminosità, estensione, tracciati, .....).Per la sua realizzazione si prevede una simbolica miscela di capacità artigianali e innovazione tecnologica, che si esprimeranno in forme e materiali con un elevato grado di sostenibilità. Riflettendo in questo agire una saldatura fra le antiche modalità insediative e costruttive e le nuove potenzialità produttive emergenti rappresentate dalla vitalità di una ampia gamma di settori di piccola e media dimensione, diffusi su tutto il territorio, che trainano un artigianato molto attivo anche nei prodotti legati all’edilizia e alle tecnologie dei nuovi materiali.Tradizione e innovazione saranno quindi i caratteri rilevanti di un’architettura la cui chiave di interpretazione, si può trovare nei concetti di ambiente e paesaggio, in cui storicamente convivono l'attenzione all'uso delle risorse locali, l'intelligenza del rapporto con la natura, nonché l'interesse verso nuove tecnologie eco-compatibili o, persino, attente al recupero ambientale.La nuova sede della Camera di Commercio parla a una provincia con forti connessioni internazionali, ma allo stesso tempo con una cultura con forti radici con il proprio territorio.
Molteplicità
Il contesto del progetto è fisico e culturale allo stesso tempo.L’edificio sarà, simultaneamente, causa ed effetto della concentrazione di persone, beni e servizi, e delle relazioni che tra esse si instaureranno, in uno specifico momento e nel corso del tempo. Si tratta di un luogo di molteplici complessità, generate da fattori diversi, che sono al tempo stesso protagonisti e comparse, soggetti e oggetti di azioni altrui. Queste dinamiche, sono forse più facilmente riconoscibili tra gli individui che compongono la società, ma non sono molto diverse da quelle che si stabiliscono tra gli elementi che conformano il corpo del territorio.La nuova sede di progetto, convivenza tra storico e nuovo, tra tradizione e innovazione, ha la caratteristica di essere insieme di forme e non un singolo edificio ed ha l'ulteriore ambizione di rigenerare e alimentare di complessità il tessuto urbano, assumendo le condizioni particolari del luogo e del programma previsto e declinandole in nuovi spazi.Contestualmente alle attività amministrative di scala territoriale che il complesso edificato ospiterà, la sua struttura si porrà come oggetto di relazione e non come opera chiusa in sé stessa, aprendosi a iniziative civiche, ad eventi culturali, ad incontri pubblici, ecc. In tal modo il complesso costruito e i suoi spazi aperti/chiusi daranno origine e apparterranno a percorsi, stimoleranno e giustificheranno flussi, offrendosi come attrazione e destinazione, come motore e supporto.I volumi esistenti e quelli nuovi, nella loro articolazione declinano qualità fisiche ed immateriali del territorio attraverso il mutare di relazioni visive, ombra, luce, suoni, etc, ........Le differenti disposizioni ed orientamenti dei volumi (esistenti e nuovi) produrranno, attraverso lo sguardo sull'intorno, relazioni stabili con gli oggetti e le forme (naturali ed artificiali) che lo punteggiano o lo conformano, selezionando alla vista quanto c'è di significativo nel flusso del reale tra paesaggio e infrastruttura.
Spazio
E possibile individuare nel programma funzionale uno schema che suggerisce un ordine compositivo.Il pregio dell’edificio ex sede del “Cotonificio Fossati”, esempio significativo dell’architettura milanese del primo novecento nonostante gli interventi degli anni ’80, la sua consolidata riconoscibilità nel tessuto cittadino, unitamente alla sua felice collocazione in un’area fortemente infrastrutturata ed altamente accessibile rispetto alla città ed al territorio (l’intorno urbano si lega fisicamente alla stazione ferroviaria, alla grande area del Parco con la Villa Reale e gli spazi espositivi, ai poli cittadini civici, culturali e religiosi) implicano che il progetto si ispiri alla massima “fruibilità pubblica”.Si prevedono quindi spazi che oltre che assolvere le strette funzioni istituzionali, possano essere fruiti e goduti dai cittadini come segno di democrazia e apertura dell'Istituzione: attraversabili, trasparenti, visitabili, ecc. , spazi vivi quindi, non solo edificio.Il sistema degli spazi (aperti e/o chiusi) è quindi progettato per poter ospitare mostre d'arte, installazioni, eventi culturali, garantendo a tutte le funzioni “accessorie” dell’insediamento anche una vita autonoma rispetto a quella dell’attività amministrativa. La volontà di rendere quanto più possibile aperta al pubblico la struttura richiede ovviamente uno studio attento e articolato dei flussi, affinché non interferiscano tra loro e consentano un uguale accesso al pubblico, agli addetti, agli ospiti e al personale dirigente e amministrativo.
Vuoto, Pieno, Sequenze
Come anticipato, il progetto non considera un edificio isolato.Ma piuttosto un insieme articolato di edifici-volumi che costituiscono una coralità di presenze, come segno di democrazia e sussidiarietà. Un'unità formata da più individualità che rispondono alla necessità di una immediata riconoscibilità dei diversi ruoli funzionali.Atri, rampe, ascensori, scale e percorsi rendono evidente il ruolo di un sistema urbano che si articola, oltre che in pianta, anche in verticale. Il sistema progettato vuole evocare l’analogia con la pianta di una città con le sue strade, piazze, slarghi e le loro gerarchie. Il pubblico dispone di propri percorsi interni che come strade portano a precise destinazioni.Il progetto tende a produrre un “interno urbano”, di grande potenza evocativa che inviti i cittadini ad incontrarsi e diviene un’icona potente del significato dei nuovi spazi pubblici oltre che possibile meta di nuove forme di turismo culturale.Il nodo più rilevante è lo spazio aperto al pubblico al piano terra (con le sue propaggini agli altri piani, primo e secondo) che rappresenta il cuore di tutto il sistema amministrativo. Non è semplicemente il luogo in cui i flussi si intersecano ma diviene lo spazio in cui le relazioni umane assumono il maggior significato attraverso lo scambio di informazioni.Concettualmente, un'idea di piazza pubblica – analoga a quella sottostante il Palazzo dell'Arengario di Monza - che si insinua entro l'edificio.Il progetto della nuova sede assorbe entro i propri volumi una sequenza di spazi che ricompongono la fluidità dello spazio urbano, così il "pubblico" non è solo l'atrio e alcune funzioni connesse, ma un insieme di luoghi che, partendo dallo spazio esterno, colonizzano l'edificio aumentandone la permeabilità e le occasioni di incontro.Dal piano terra alla “sky lobby” sul tetto, pertinenziale alla sala del Consiglio, si instaura una sequenza significativa di spazi che producono un sistema di pieni e di vuoti, che si conformano reciprocamente; generando, con vari gradi di permeabilità, una stimolante relazione tra l'interno dell’edificio e l'intorno.La sala conferenze al piano terra, l’atrio, la caffetteria e il foyer divengono il cuore di tutto l’organismo amministrativo che deve avere un impatto visivo e simbolico di forte suggestione spaziale. Qui, proporzioni, luce e materiali devono parlare di una comunità che rappresenta i propri valori attraverso la vitalità dello spazio pubblico in cui incontri, mostre, dibattiti, informazione, relax e ospitalità, pur riconoscibili nelle diverse individualità fanno parte di un unica coralità spaziale alla quale è chiamato a partecipare anche lo spazio esterno.Il progetto, infatti, ripensa lo spazio esterno in modo che il nuovo edificio non finisca per essere collocato al centro tra un semplice spazio distanziatore ed un’ampia estensione a parcheggio. Per rendere reali la fluidità delle connessioni e la porosità degli edifici agli spazi fruiti il suolo scoperto viene destinato a piazza/giardino per incontri, manifestazioni ed esposizioni all’aria aperta (relegando la funzione di parcheggio al solo spazio esistente al piano interrato). Allora, la miscelazione dello spazio, fra aree coperte e non, potrebbe finalmente assumere quel ruolo che nell’antico Broletto è così ben rappresentato dall’estensione del suolo entro il volume edificato. La Loggia dei mercanti diviene la potente analogia su cui articolare la complessità degli spazi pubblici che si svilupperanno dal suolo alle sommità degli edifici traslando le funzioni di rappresentanza nelle parti più alte.Le aree istituzionali, concentrate nell’edificio “storico” rappresentano degli insiemi a loro volta articolati in settori, le cui proprietà vengono organizzate in sequenze che passano dalle strutture più aperte al pubblico a quelle dei luoghi di lavoro meno permeabili e a loro volta retti da gerarchie amministrative. Ognuna di queste unità può, nella sua scala ridotta e nel rigore delle funzioni, ripetere lo schema generale per cui gli spazi comuni si articolano attorno a sequenze di piccole piazze in cui si riproducono attesa, informazione, ricreazione, riunioni, servizi, archivi, spazi aperti, ecc.In alcuni casi, dove la presenza del pubblico è più frequente e dove l’interrelazione fra uffici è maggiore, il progetto prevede connessioni spaziali e fisiche interne (distinte dal blocco scale principale) allo scopo di fluidificare le relazioni interpersonali.
Il progetto
Il progetto, pertanto, sceglie di percorrere la strada della conservazione integrale del corpo di fabbrica su Via Cavallotti, al fine di salvaguardare il significato simbolico, nel panorama monzese, della ex sede del Cotonificio Felice Fossati. Si prevedono solamente modifiche degli interni, così da adeguare l'immobile alle nuove funzioni previste e interventi sulla facciata Nord in corrispondenza della giunzione con il nuovo corpo di fabbrica.Invariato anche il sistema dei parcheggi interrati esistenti, come l’accesso agli stessi da via Cavallotti.Per il "corpo B" esistente è prevista la completa demolizione.L’impronta di sedime di tale fabbricato viene occupata da un volume vetrato compatto, la cui immaterialità annulla le differenze temporali con la fabbrica esistente, ma la cui massa evoca la densità propria della città storica. Questa mole, volume puro, semplice, stereometrico, semitrasparente, emerge dal confronto con calchi appartenenti all'adiacente costruzione ed alla sua materialità storica e sedimentata, che pur rimanendo sempre protagonista della scena, si relaziona con l’organizzazione, la formalizzazione e la dislocazione delle singole parti del nuovo volume costruito.Il progetto di un nuovo luogo deve aiutare a conoscere il passato attraverso la sua manifestazione nel presente.Piano Terra. La grande sala conferenze (250 persone) occupa l'intero spazio in pianta del nuovo volume costruito. Direttamente collegata con gli spazi esterni, si raggiunge dall'accesso principale di Via Cavallotti attraversando ampi spazi accessori: disimpegno di ingresso, guardaroba, foyer, caffetteria, ecc., che occupano una parte (ala Ovest) del piano terra del "Corpo A". La collocazione al piano terra di tale sala è stata suggerita dal fatto di voler definire un sistema di vie di esodo sul piano, senza ricorrere a nuovi vani scala di sicurezza.La sala leggermente gradonata è dotata di poltroncine a sedile reclinabile disposte in quattro settori (ognuno di 6 file x 11 posti/fila) separati da ampie corsie di transito. Sul fondo della sala trova posto il palco per gli oratori, leggermente rialzato dal piano del pavimento, attrezzato con tavolo cablato e dotato dei più aggiornati sistemi audiovideo. Ai lati dell'ingresso principale, nella parte opposta della sala, trovano posto due vani vetrati verso la sala, destinati rispettivamente a sala regia e cabina per le traduzioni simultanee.Altri vani accessori allo spazio conferenze sono i servizi igienici, adeguati per numero e tipologia, distinti per sesso e accessibili ai disabili, oltre al vano destinato al servizio catering, direttamente accessibile dall'esterno da accesso preferenziale.La parte restante del piano terra del "Corpo A" (ala Est), circa il 60% della superficie totale, è occupata dall'"Area sportelli" con front-office pubblico e postazioni di ricevimento riservate.Il progetto prevede il mantenimento dei due attuali ingressi da Via Cavallotti.Piano Primo. Relativamente al “Corpo A” viene conservata la suddivisione (planimetrica e funzionale) tra Ala Est ed Ala Ovest, ma con una riduzione della superficie destinata ai servizi accessori del nuovo volume a circa il 25% dell’intero piano; nella porzione destinata agli uffici amministrativi trovano posto le funzioni destinate a Risorse-Patrimonio-Personale, Area Amministrazione Impresa, Area Sviluppo dell'Impresa. Gli spazi risultano ben distinti e tra spazi serviti e spazi serventi: due corridoi separati da vani di servizio disimpegnano gli uffici attestati sui lati Nord e Sud del corpo di fabbrica.La restante porzione di superficie di piano risulta destinata a spazi di rappresentanza e al servizio (guardaroba, bagni ecc.) delle sale per convegni e corsi di formazione, che occupano il primo piano del nuovo edificio, che si estende poco meno della metà della superficie in pianta del nuovo fabbricato.Piano Secondo. Anche questo piano ricalca la suddivisione del “corpo A” analizzata per il piano primo. Per quanto riguarda la porzione di piano destinata alle funzioni amministrative, un sistema di distribuzione a corridoi simile a quello del piano primo, disimpegna gli uffici attestati sui lati lunghi del corpo di fabbrica, in cui trovano posto la sezione Affari Generali e l'Area Sviluppo Impresa. La parte Nord del piano, ospita gli uffici di presidenza con spazi di rappresentanza e Sala Giunta.L’ala Ovest del secondo piano del “Corpo A” (circa il 25% dell’intero piano) risulta destinata a spazi di rappresentanza, oltre che a servizi a disposizione della sala del Consiglio, allestita in un volume vetrato dedicato, sulla sommità del nuovo edificio costruito in adiacenza all’esistente.Lo spazio esterno pertinenziale alla Sala del Consiglio (realizzato inerbando il tetto dell’auditorium) contribuirà alla creazione di un ambiente esclusivo, una vera “sky lobby”, con verde a terra, rampicanti e piante in vaso, ombreggiata, nella stagione estiva, dall’effetto filtrante esercitato dai pannelli solari fotovoltaici (di copertura) sui raggi solari.Il parziale trattamento della copertura a terrazza bioclimatica, nasce da una duplice considerazione: la prima legata al tema della sostenibilità, trattato in seguito; la seconda legata al tema delle percezioni, per cui si è ritenuto opportuno caratterizzare questa parte dell’edificio, come una sua componente “viva”, così da offrire una percezione di benessere psicologico agli osservatori dagli edifici circostanti (quasi sempre di maggiore altezza).Piano Terzo (Sottotetto). Solo il “Corpo A” si estende fino al piano sottotetto, completamente destinato a spazi a disposizione della Camera di Commercio. A questo livello trovano posto una serie di uffici destinati alle Aziende Speciali, agli Archivi, oltre ai servizi igienici ed ai vani tecnici per gli impianti.Tutti gli spazi progettati rispettano la locale normativa (RE e NTA di PGT); per le sale conferenze e didattica si è fatto riferimento alla normativa in materia di locali di pubblico spettacolo, D.M. 19/08/1996, e s.m.i.L’area esterna. E' costituita da un sistema di piani inclinati, sistemati prevalentemente a verde, che raccordano i diversi livelli interni ed esterni. Questi livelli si concludono in sistemi di sedute e in certe zone lasciano il posto ad aiuole piantumate (con carpini, essenze autoctone) e a camminamenti. L’intreccio dei percorsi riprodurrà in piano, l’intrico delle strutture della facciata del nuovo edificio, ribadendo, per gli osservatori dei piani in elevazione il concetto “simbolo” della sovrapposizione dei flussi e delle relazioni.Il progetto si propone di trasformare anche questi ambiti in luoghi di relazione tra i fruitori dell’edificio.La struttura dell'edificio. E'costituita da un sistema di "travi parete" perimetrali sui tre lati liberi costituite da tubolari in acciaio a sezione quadrata (380x380 mm)alle quali sono collegati i piani rigidi dei solai, costituiti da un graticcio di travi in acciaio. Le travi laterali trovano imposta in corrispondenza dei tre allineamenti dei 9 pilastri al piano interrato, caratterizzati da una sezione maggiorata. Tali pilastri vengono prolungati oltre l'estradosso di soletta che copre l'autorimessa e collegati a mezzo di travi sulle quali si impostano le reticolari.Per quanto riguarda la facciata dell’edificio essa è la chiave di volta della strategia energetica dell'edificio, in doppia pelle, che dal punto di vista climatico funziona anche come volume tampone; essa verrà trattata in seguito nella sezione Energia. Energia
La sostenibilità, quale immagine di una volontà civile di rispetto dell’ambiente, di un suo riequilibrio e di un suo sviluppo eco-compatibile, potrà essere perseguita solo nel rispetto di alcuni fondamentali principi rapportati all'intero ciclo di vita dell'edificio:Principio dell'energiaGli edifici devono sempre più risparmiare il ricorso ad energie rinnovabili e non (nella fase della loro costruzione, conduzione e dismissione). Gli edifici possono, e quindi devono, diventare produttori di energia.Principio di rispetto delle risorseGli edifici devono prevedere per la propria realizzazione e per il proprio funzionamento il minor ricorso possibile a materie prime e materiali non rinnovabili.Principio di non dannositàGli edifici devono controllare la produzione, l'emissione e lo scarico di tutti i prodotti e sottoprodotti che conferiscono all'ambiente sia naturale sia costruito, durante il processo di fabbricazione, durante l'uso e quando vengono demoliti.Principio dell'acquaGli edifici, in tutte le loro fasi di vita, devono non solo consentire il minor consumo possibile d acqua, ma anche collaborare a raccoglierla e conservarla.Principio della luceGli edifici devono consentire il miglior sfruttamento possibile della luce naturale.Principio di qualitàGli edifici devono soddisfare, con le proprie prestazioni, le esigenze degli utenti presenti e future per il tempo di vita previsto.Principio di flessibilitàGli edifici devono poter essere adattati alle modificazioni delle esigenze degli utenti, in condizioni compatibili con l'economia.Principio di non invasivitàGli edifici devono occupare la minor quantità possibile di territorio e, alla fine della vita, lo devono restituire pronto per altri usi.Principio di sviluppoGli edifici devono contribuire allo sviluppo della produzione di beni e servizi per settori industriali che ad essi conferiscono prodotti.Principio d innovazioneGli edifici devono diventare elementi traenti, come altri prodotti evoluti, dello sviluppo tecnologico delle società. Perciò, rapportandosi al sito in esame, ciò significa un accurato studio dell’esposizione, un uso di impianti fotovoltaici e della tecnologia delle facciate. I pannelli solari (fotovoltaici e termici) insieme ad altri sistemi energetici dovranno produrre gran parte dell’energia necessaria ad alimentare l’edificio.Il progetto si ispira, sin dal suo concepimento, a diversi dei temi sopra-enunciati, il cui perseguimento ha, tra l’altro, la benefica implicazione di “elevare” la qualità del costruito.Sostenibilità e qualità risultano, infatti, molto spesso integrate, a vantaggio sia dell’efficienza dei sistemi tecnologici, che del benessere dei fruitori degli ambienti. Gli edifici in cui vengono integrati i principi di progettazione sostenibile sono in grado, in genere, di produrre i risultati migliori per quanto riguarda le condizioni fisiologiche e psicologiche delle persone; inoltre questi edifici permettono di ridurre le emissioni di anidride carbonica, di consumare minori risorse per costruzione e funzionamento, di garantire una più lunga vita utile oltre che richiedere minori oneri di manutenzione.Sulla tavola n° 5 vengono riportate in un grafico le strategie adottate nel progetto in esame, compatibili con la collocazione del nuovo edificio e con la funzione che lo caratterizza; tra esse, le principali, saranno analizzate nel proseguo.Volutamente, le osservazioni riportate in questo paragrafo, trascurano eventuali interventi di retrofitting energetico sul “Corpo A”, oggetto, per altro, di una sola riqualificazione distributiva interna: l’appartenenza dell’edificio alla categoria dei beni sottoposti a tutela, esclude, infatti, la possibilità di qualsiasi intervento sull’involucro (per lo meno dall’esterno dell’edificio). Si rimanda pertanto ad una successiva ed eventuale fase di sviluppo progettuale, l’analisi dell’effettiva composizione delle strutture opache e trasparenti costituenti l’involucro dell’edificio, prevedendo nel caso di caratteristiche prestazionali molto scarse, l’esecuzione di un cappotto interno.Riassumendo, il progetto, sulla scorta dei principi enunciati in apertura, prevede che la forma, la struttura, l’involucro e gli impianti (incluso il sistema di monitoraggio e di controllo interno), siano coordinati per creare un organismo unico e ben armonizzato. In particolare gli impianti tecnologici dovranno essere sviluppati sfruttando le più avanzate tecnologie in ogni settore: ciò permetterà di avere oltre alla sicurezza e al rispetto degli standard normativi e di qualità, una particolare attenzione al risparmio energetico non tanto come elemento di bandiera ideologica ma come reale attenzione alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente con l’implicito beneficio del contenimento dei costi.Il mantenimento di condizioni climatiche ambientali confortevoli sia invernali che estive sarà garantito da un impianto di riscaldamento/climatizzazione alimentato a mezzo gruppo frigorifero polivalente reversibile a pompa di calore, che scambia con l’aria esterna il calore di condensazione (estivo) e di evaporazione (invernale).Il termovettore, sia estivo che invernale sarà l’acqua; trattata dal gruppo frigorifero-pompa di calore, essa fluirà sia all’interno dell’impianto radiante a pavimento (a bassa temperatura in inverno, a temperatura di rete o raffrescata in estate) sia negli scambiatori di calore dei sistemi di immissione dell’aria esterna (travi radianti attive, disposte in particolare in prossimità della zona della facciata).Una attenta zonizzazione climatica, differenzierà le richieste in termini energetici (sia caldo che freddo) dei vari ambienti, coerentemente con le diverse esposizioni dei locali.Massima attenzione è stata rivolta all’involucro, elemento richiamato alla funzione di protezione l’ambiente interno dalle condizioni climatiche esterne.In primo luogo si è previsto un volume compatto, caratterizzato da un rapporto superficie/volume particolrmente basso; in secondo luogo data l’impossibilità, per scelte formali (volumi vetrati, spazi con ottime qualità ambientali e ricchi di trasparenze), di utilizzare pareti perimetrali opache a ridotta trasmittanza, si è optato per l’impiego di una facciata in doppia pelle, che dal punto di vista climatico funziona anche come volume tampone e che è la chiave di volta della strategia energetica. Per tale "sistema" tecnologico di tamponamento, il calcolo energetico dinamico, ha previsto una U = 0.1 W/mq °K, pari a circa il 30% dei valori minimi richiesti dalla vigente normativa regionale.La pelle esterna a montanti e traversi ha tutti gli elementi fissi; la pelle interna è una facciata ad elementi, con porte scorrevoli ad apertura manuale e ante a bilico di aerazione ad apertura motorizzata. L'approvvigionamento di aria esterna è garantito dall'intercapedine di 80 cm compresa tra le due pelli. Il flusso convettivo verticale naturale è controllato dalle prese d'aria regolabili, alla base e alla sommità della pelle esterna; il flusso orizzontale che serve a distribuire l'aria esterna pre- riscaldata è attivato dai ventilatori assiali schierati agli angoli della costruzione. Veneziane in lega leggera (interposte tra i vetri) servono a riflettere verso l'esterno la luce solare o a riorientarla verso il controsoffitto, in grado di diffonderla in profondità con notevole ottimizzazione del “daylighting”. Le veneziane fungono anche da protezione antiabbagliamento; inoltre, sui fronti Est e Ovest le lamelle inferiori sono verniciate in nero e possono essere regolate in modo indipendente da quelle superiori, modificando l'assorbimento termico della veneziana stessa. Questo contribuisce al preriscaldamento dell'aria esterna che fluisce nell'intercapedine.D'estate, quando le veneziane sono serrate e le prese d'aria sono aperte, l'edificio si raffresca per effetto della circolazione convettiva: l’aria che dall’intercapedine fluisce all’interno dell’edificio subisce un raffrescamento grazie alle travi fredde attive disposte a soffitto in corrispondenza delle aperture.Attraverso l'apertura delle ante a bilico è possibile disporre anche di un raffrescamento supplementare “naturale” notturno. Per la salvaguardia della qualità dell’aria ambiente, si prevede la filtrazione elettrostatica dell’aria esterna immessa a mezzo di filtri elettronici ad alta efficienza (per una drastica riduzione degli inquinanti in ambiente); inoltre la presenza di rilevatori di presenza o sensori di anidride carbonica garantirà la massima efficacia del sistema di ricambio dell’aria interna.Serramenti ad alta tenuta, oltre a all’installazione di recuperatori di calore sugli impianti di mandata dell’aria esterna, ridurranno considerevolmente il “costo” energetico del trattamento meccaniccanizzato dell’aria ambiente.L’utilizzo della fonte energetica rinnovabile per eccellenza (il sole) si traduce nell’installazione di un impianto solare termico e di un’ampia superficie di pannelli fotovoltaici per l'autoproduzione di energia elettrica (in sintonia con i nuovi scenari di incentivazione), che costituiranno l’intera copertura del nuovo edificio, divenendo un elemento fondamentale per l’ombreggiamento estivo della Sala del Consiglio e del pregevole spazio ad essa circostante (adibito a giardino pensile).L'impianto illuminazione e dati utilizza la nuova tecnologia di controllo digitale dell’illuminazione - dati (digital addressable lighting interface) oltre all'utilizzo di corpi illuminanti con tecnologia led (light emitting diod) per applicazioni particolari; in tutto l’insediamento sarà previsto il cablaggio strutturato wired-wireless in configurazione gigabit to the desk.Nell’ottica di minimizzazione dei consumi e degli sprechi, sarà previsto un impianto idrico duale, che prevede il recupero delle acque piovane per utilizzi non potabili. Le acque meteoriche verranno inoltre riciclate per l’impianto di irrigazione sia del tetto verde che del giardino interno.Tra le scelte “ecologiche” adottate dal progetto, si cita, per evidenziarla, la più rilevante, rappresentata da un approccio metodologico “sensibile” all’analisi del “Ciclo di Vita” dei materiali, che si traduce, nella pratica in una oculata scelta dei materiali e nella gestione accorta dei rifiuti di costruzione e demolizione.Relativamente alla scelta dei materiali si opterà (almeno per le finiture ed i rivestimenti) per materiali riciclati/riciclabili/riutilizzati/riutilizzabili, facilmente “separabili” in una successiva fase di demolizione selettiva, appartenenti alla tradizione (e quindi facilmente reperibili in loco), provenienti da fonti rinnovabili.Per questo si prevede, ad esempio, l’uso del legno per i rivestimenti interni orizzontali e verticali, di pietra locale per la pavimentazione del pavimento del nuovo spazio esterno, di tessuti/rivestimenti derivanti da base riciclata (compatibilmente con i requisiti di reazione al fuoco richiesti dalla normativa vigente).La prevista demolizione del Corpo B attualmente esistente offrirà uno spunto significativo per l’applicazione della “demolizione selettiva” che richiederà una analisi attenta ed accurata dell’edificio, un inventario “preventivo” dei rifiuti da demolizione nonché l’identificazione di possibili destinatari interessati ai materiali differenziati.
Modello 01Tavola 01Tavola 2Tavola 03Tavola 04Tavola 05Vista dal giardino interno
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